16/12/09

A proposito di : stavo quasi per morire

Mi ricordo quella volta che sono andata con una mia amica sul Vulcano, con un motorino coi freni rotti, la gomma davanti sgonfia, il manubrio che vibrava come se il vulcano stesse eruttando.
Il trabicolo preso a noleggio doveva supportare il nostro peso e il peso dei nostri zaini, diciamo in tutto 130 kili, per essere buona con Cristina.
Andavamo su e giù con l'acceleratore a manetta, guidavo io e Cristina mi aizzava alla velocità come se era facile gestire quell'insieme di pezzi meccanici che, ve lo dico io, chiedevano nient'altro che l'indipendenza.
Quel cinquantino era una cosa terrificante, peggio del più smarmittato buster del più tamarro dei gabber, quelli con il sopracciglio a metà e il casco a scodella dietro la nuca.
Un mezzo di quelli fa da 0 a 20km/h in un minuto, all'inizio pedaleresti se ci fossero i pedali, spingeresti altrimenti, e infatti spingi.
Ogni volta che si intraprendeva la salita voleva firmare il proprio testamento ma la paura più vera arrivava poi, quando in discesa il trabicolo diventava folle, e sui tornati era incontrollabile e più di una volta recitai le avemarie con tutto l'accento siciliano di cui ero capace.
Quando riconsegnammo il mezzo mi tremavano le braccia per lo sforzo e per le vibrazioni, cercammo di protestare per le condizioni, e fu lì che davvero rischiammo di morire e ce ne andammo via ancora protette dalle avemarie, nere di sabbia vulcanica e terrore!

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