11/05/08

Mi piacciono i film di Mel Gibson

Mi repelle l'idea che Mel Gibson faccia l'integralista cattolico e si costruisca un cappella privata a casa, quando poi andrà in giro ubriaco a fare il neonazista con la gente di colore, ma non si può dire che non abbia una certa dote di ideatore di film.
E' certo che sul grande schermo come attore sembrava aver un po stancato, lui che ci ha appassionato da duro poliziotto fico e sporco ( quasi come Bruce Willis ), con lo sguardo glaciale e un po' pazzo, ma è sicuramente da attribuirgli una nuova visione del cinema. Ora racconta storie molto diverse tra loro, usando il comune denominatore della crudezza e del realismo.
Nessuna invezione, sono storie che abbiamo sempre conosciuto, ma di cui lui ci mostra la vera natura, senza censure.
Quante volte abbiamo sentito la storia di Cristo, senza poter veramente capire la miseria della tortura, che quasi avremmo pensato di poter sopportare anche noi; dopo Passion però, che non svela nessuna novità ma una prospettiva diversa, io di certo non posso guardare un crocefisso con gli stessi occhi.
In Apolicapto invece, ci troviamo in prima persona nello yucatan di fronte alla crudeltà di una vita quasi primitiva. Avventura, speranza e paura in una lotta alla sopravvivenza di un ragazzo che fa i conti con l'usanza dei sacrifici umani. Non è che la situazione sia molto cambiata, ci sconvolge solo la differente modalità. La vita è sempre misera, e di montagne di cadaveri se ne vedono anche di maggior grandezza. Spero sia questo il messaggio.
E quando il protagonista dice "Sono Zampa di giaguaro, questa è la mia foresta e non ho paura".
Minchia, come si dice ai giorni nostri, spaccagli il culo!

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